Francesco Maria Tipaldi
(inediti)
*
è Settembre, la scuola elementare ha le porte spalancate
nella luce le fiumane delle anatre le gonne lunghe
la maestra è un enorme merluzzo
con i capelli corti
i bidelli dicono che è nata vecchia, che nessuno sa quando
la finestra
trabocca di gerani come sangue rosa
le bambine, quelle più belle mi fanno sentire un idiota
*
Eden
(marmellata di fichi)
se lo faceva leccare dalla cagna
come Adamo non se ne vergognava
non se ne vergognò.
La sera cantava, sniffava vernice dai secchi
*
variazioni sul “viaggio dei magi” di T.S. Eliot
fummo molto insultati nel cammino
e nel deserto ci tiravano le ossa dei cammelli
e la stella cambiava direzione come un pesce
nello stagno, ma chi cerca per noia
non perde coraggio e noi continuammo
e le notti erano umide di pioggia e ci venivano i malanni
bevemmo vino fino a perdere la strada
fino a trovare la cometa nelle pozze
fummo carnali e fummo in vita
(Dio)
un giorno, il giorno meno bello trovammo
il bambino putrefatto
il bambino che salvava nato morto
e scese tanta candida neve, facemmo ritorno
e il dono fu lo spreco e lo spreco fu il dono.
Francesco Maria Tipaldi (Nocera Inferiore, 1986). Ha pubblicato La culla (Faloppio, Lietocolle 2006), Humus (Forlì, L’Arcolaio, 2008), il sentimento dei vitelli (Milano, EDB 2012) nella collana di poesia di ricerca e Traum (Faloppio, Lietocolle, 2014). Nel 2010 è stato tradotto ed inserito nell’antologia In our own words – A Generation Defining Itself (MW Enterprises) edita negli Stati Uniti.
Fotografia di proprietà dell’autore