89.

Equilibrio instabile

Lei è una goccia d’acqua

sul filo di una ragnatela

È il cerotto

su una ferita troppo grande

Lei è l’ultima moneta

Nelle tasche di un viaggiatore stanco

È un granello di polvere

Sulle ali di un Colibrì

Lei è la bussola rotta

Di una nave naufragata

È lo scintillio di una lametta

Che fissa le tue vene

Lei è un coccio di bottiglia

Nascosto nella sabbia

È la solitudine

il giorno del tuo compleanno

Lei è la preghiera

di chi non ha più fede

Lei è l’equilibrio instabile

Lei è il non aver paura…

Solitudine

Non si sentono sole le gocce rimaste sul fondo di un bicchiere dimenticato in spiaggia

Così come non soffrono di solitudine i ragni nelle biblioteche

Non sono sole le poche monete nel cappello di un saltimbanco nelle giornate di pioggia

E non sono soli nemmeno i chiodi arrugginiti caduti dalle scale di casolare abbandonato

Eppure ci sentiamo soli

Soli tra la gente

Soli nella folla

Soli cercando il nostro viso tra i frammenti di uno specchio che non riflette più

Abbandonati da un Dio straniero che ci ha dimenticati

Figli di un destino spietato che ci regala una farfalla pochi istanti prima di mezzanotte…

Vorrei

Vorrei regalarti i miei occhi

così tu possa vedere anche quando l’oscurità ti avvolge

Vorrei regalarti la mia voce

così tu possa cantare anche quando tutto intorno è silenzio

Vorrei regalarti il mio respiro, i miei polmoni, la mia forza

così tu possa correre anche quando il mondo cammina lentamente

Vorrei regalarti il mio corpo

così tu possa proteggerti quando la vita colpisce duramente

E senza nemmeno spiegarti il perché

Ma in fondo posso solo regalarti il mio nome

È davvero tutto ciò che possiedo

E mentre il tempo scorre

Lo poso dolcemente sulle tue labbra

E mentre il tempo scorre

Sogno un giorno tu possa pronunciarlo…