Saihate Tahi, nata a Kobe nel 1986, ha cominciato a farsi conoscere nel 2004 postando le sue poesie su blog e siti internet. In seguito ha pubblicato diversi volumi di raccolte, come Guddo m?ningu (Good morning, 2006), Sora ga bunretsu suru (Il cielo si spacca, 2012), Shinde shimau kei no bokura ni (Per noi, tipi mortali, 2014), Yozora ha itsudemo saik? mitsudo no aoiro (Il blu del cielo la sera è sempre della massima densità, aprile 2016), aggiudicandosi il premio della prestigiosa rivista Gendaishi tech? (Taccuino di poesia contemporanea) nel 2006, il Premio Nakahara Ch?ya nel 2008 e il Premio Hanatsubaki di Shiseido nel dicembre 2015. Il mezzo tradizionale, però, sembra andare stretto a questa poetessa nativa digitale, che ha inventato una nuova modalità di fruizione della poesia, con cui ha conquistato e continua a conquistare in Giappone ampie schiere di adolescenti: se da un lato attribuisce fondamentale importanza al volume stampato, d’altro canto Saihate continua a postare la sua opera su Twitter, Tumblr e altre piattaforme web, enfatizzandone la casualità, smantellando la struttura del testo attraverso la grafica, o facendone lo strumento di video games.