La materia del vuoto
Tra visioni oniriche e attese
la delusione,
come lama affilata,
squarciò la tela
delle volontà nostre.
Vedevo il tuo tentennamento,
la tua perplessità,
quando non capivi i miei silenzi
e immagino
nemmeno le mie parole.
Vedevo le tue mani
salate e amare,
sfiorarmi.
Mi osservasti,
sei troppo gracile,
tenue e languida
per questo mondo,
che sa solo disfare,
dicesti.
Ma mai,
come un pesce fuor d’acqua,
ti auguro di soffrire.
Nondimeno perdura l’abbozzar
di te.