41.

La materia del vuoto

Tra visioni oniriche e attese

la delusione,

come lama affilata,

squarciò la tela

delle volontà nostre.

Vedevo il tuo tentennamento,

la tua perplessità,

quando non capivi i miei silenzi

e immagino

nemmeno le mie parole.

Vedevo le tue mani

salate e amare,

sfiorarmi.

Mi osservasti,

sei troppo gracile,

tenue e languida

per questo mondo,

che sa solo disfare,

dicesti.

Ma mai,

come un pesce fuor d’acqua,

ti auguro di soffrire.

Nondimeno perdura l’abbozzar

di te.